Search

Istat: Italia e Spagna non hanno ancora recuperato il calo della natalità del 2020

I punti chiave

3′ di lettura

L’emergenza sanitaria Covid-19 ha ulteriormente accentuato un elemento che caratterizza, e non da oggi, l’Italia: l’invecchiamento della popolazione. È quanto mette in evidenza il Rapporto annuale 2022 dell’Istat, presentato giovedì 7 luglio alla Camera.

Una fotografia che fa riflettere sul futuro del Paese, e che parte da una considerazione: Spagna e Italia non hanno ancora recuperato il calo della natalità del 2020. In Francia, dopo la riduzione osservata tra il 2015 e il 2020, nel 2021 le nascite sono state 3mila in più. In Germania, a un calo dei matrimoni nel 2021 è corrisposto un balzo nel numero dei nati, il più alto dal 1997.

Loading…

Blangiardo: forte resilienza e grandi vulnerabilità

«Forti capacità di resilienza e le grandi vulnerabilità» emergono in Italia dal rapporto annuale dell’Istat, secondo il presidente Gian Carlo Blangiardo. «Dopo lo shock della pandemia, con una caduta del Pil senza precedenti dalla Seconda guerra mondiale, la ripresa è stata rapida e robusta», ha detto Blangiardo presentando il rapporto alla Camera. Tuttavia, aggiunge, «con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia si sono creati nuovi e importanti ostacoli e sono emersi numerosi elementi di incertezza sia per le imprese, sia per quei cittadini che speravano in un rapido percorso verso un futuro migliore».

14 milioni over 65, 20mila i centenari

L’Italia – mette in evidenza il report – continua ad invecchiare a causa di una persistente bassa fecondità e una longevità sempre più marcata. Al 1° gennaio 2022 l’indice di vecchiaia (rapporto percentuale tra anziani di 65 anni e più e giovani di età inferiore a 15 anni) è pari a 187,9%, aumentato in vent’anni di oltre 56 punti. Anche nei prossimi decenni si prevede che l’invecchiamento continuerà: l’indice raggiungerà quota 293 al 1° gennaio 2042. Gli anziani di 65 anni e più sono 14 milioni 46mila a inizio 2022, 3 milioni in più rispetto a venti anni fa e pari al 23,8% della popolazione totale. Nel 2042 saranno quasi 19 milioni, il 34% della popolazione. I grandi anziani (80 anni e più) superano i 4,5 milioni mentre la popolazione con almeno cento anni raggiunge le 20mila unità, valore quadruplicato negli ultimi vent’anni. Nel 2042 gli ultraottantenni saranno quasi 2 milioni in più e gli ultracentenari triplicheranno, raggiungendo le 58mila e 400 unità.

Scopri di più

Impatto rilevante della pandemia sulla dinamica demografica

In questo contesto la pandemia Covid- si legge nel documento – ha avuto un impatto rilevante su tutte le componenti della dinamica demografica. La perdita di popolazione ascrivibile alla dinamica demografica negativa è stata pari a 658mila residenti tra il 1° gennaio 2020 e il 31 dicembre 2021, mentre il deficit è risultato doppio rispetto a quello riscontrato nel biennio 2018-2019 (-296mila).